SIGNORE, MIO SIGNORE COLENDISSIMO

IL SIGN CAMILLO CAETANO

Patriarcha d’Alessandria, &c.

Nuntio di N. Sig. appresso sua Mastrà Cesarea

Parrà forse ad alcuno, che poco convenevole dono io presenti a V. Sig. Illustriss. & Reverendiss. come è questo mio Libro de Madrigali a Cinque voci; nondimeno dovendo pur questo uscir fuori, & per Quintodecimo far compagnia a gli altri suoi fratelli, non ho potuto di non mandarlo in luce sotto l’honoratissimo nome di lei percioché sonandosi questi Madrigali li mesi adietro con le viole da gamba, mostrò che piacessero nobilissime arti, io reputo come patrocinio preso di essi, sotto la cui ombra ardiscano comparire da pertutto. Per la qual cosa io vengo

Parrà forse ad alcuno che poco convenevole dono io presenti a V. Sig. Illustriss. & Reverendiss. come è questo mio Libro de Madrigali a Cinque voci nondimeno dovendo pur questo uscir fuori, & per Quintodecimo far compagnia a gli altri suoi fratelli, non ha potuto di non mandarla in luce sotto l’honoratissimo nome di lei, percioché sonandosi questi Madrigali li mesi adietro con le viole da gamba, mostrò che piacessero tanto a V. Sig. Illustriss. che tale giudico fattone da lei, intendentissima cosi di questa come di tutte le altre nobilissime arti, io reputo come patracinio preso di essi, sotto la cui ombra ardiscano comparire da pertutto. Per la qual cosa io vengo quasi a presentare a V. Sig. Illustrissima quel che in certo modo, è suo, poi che dall’auttorità di lei essi sono per ricevere più splendore che dal Componitor istesso. Oltre che io mi conosco si obligato a V. Sig. Illustriss. per li molti favori, ch’io ogni di recevo da lei da che ha cotesto supremo luogo nella Corte Cesarea, che se io le presentassi tutto ciò che può venire dal mio ingegno & dalla mia industria, mi parrebbe tuttavia non haver satisfatto a minima parte dell’obligo ch’io tengo alla sua infinita humanità & cortesia, predicata non pur da me, ma da chiunque la conosce. Onde tanto maggiormente confido che V. S. Illustriss. accetterà volentieri questo picciol dono verso di se, ma grandissimo s’ella risguarderà la devotione dell' animo conche l’offero, & pregando Dio per ogni sua prosperità, le bacio humilmente le mani.

Di Venetia il di Primo Maggio 1592.

Di V. Sig. Illustriss. & Reverendiss.

Servitore Deuotiss.

FILIPPO DI MONTE.